Nell'ultima riunione
il gruppo lettura ha commentato e riflettuto su “Pioggia”, il
libro di William Somerset Maugham (Adelphi, 2003). In particolare si è parlato del
primo racconto, dal titolo omonimo.
Ambientato nelle
isole Samoa, porta alla nostra attenzione la vicenda di un
missionario bigotto e implacabile, impegnato a combattere con ogni
mezzo quello che lui ritiene essere “il Male”.
Con la moglie si è
impegnato a portare la “civilizzazione” tra gli indigeni, ma
questo atteggiamento viene presto messo a nudo dall'autore,
rivelandone i particolari più ipocriti.
A causa della
pioggia incessante e crudele, il reverendo e la moglie si trovano a
dover trascorrere alcuni giorni a Pago Pago, dove soggiornano anche
il dott. Machpail con la moglie, e la signorina Thompson, donna dai
facili costumi, che il missionario tenterà di riportare sulla retta
via.
Proprio questo suo
compito sarà sviscerato dall'autore, contrapponendo la rigidità di
vedute e l'eccesso di moralismo alla debolezza della carne. Il
peccato, da cui il reverendo vuol far scappare la donna, imprigionerà
lui stesso, fino al tragico epilogo.
Il gruppo lettura ha
commentato con sottile ironia le descrizioni minuziose di Maugham, e
c'è stata una interessante discussione sul finale del racconto, in
particolare chiedendosi se il missionario rimasto vittima della sua
stessa rettitudine, si sia suicidato o sia stato ucciso. Alcuni lettori sono rimasti affascinati dalla scrittura particolareggiata, dalle descrizioni sottili e minuziose, dall'ironia cupa con cui l'autore porta alla nostra attenzione il contrasto tra l'ossessione per la rettitudine e la debolezza umana che non risparmia nessuno.
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