Il romanzo si incentra sulla vicenda del partigiano Milton e
della sua ricerca di Giorgio, suo commilitone e amico, nella zona di Alba (nelle
Langhe), raccontata in prima persona con frequenti digressioni riguardanti i
suoi ricordi o le sue impressioni.
Dopo aver scoperto una relazione tra Fulvia, una ragazza
facoltosa di cui il protagonista si era innamorato, e Giorgio, Milton decide di
partire alla ricerca di quest’ultimo al fine di chiedere chiarimenti sul fatto.
I suoi spostamenti sono un pretesto per l’autore per descrivere varie
situazioni legate al momento storico.
Nonostante l’importanza di quest’opera in quanto fra quelle
fondatrici della letteratura della Resistenza, il suo valore effettivo è
giudicabile decisamente inferiore, specialmente se messa a confronto con altri
testi, meglio realizzati, sullo stesso argomento.
L’intero racconto tende a focalizzarsi eccessivamente su
dettagli tendenzialmente insignificanti per la trama, caratteristica che
penalizza le parti narrative facendo diminuire l’interesse e l’attenzione del
lettore, il quale vede trasformate in delusione tutte le sue aspettative circa
il finale, finale che è impropriamente chiamato così dal momento che è ambiguo
e difficile da interpretarsi.
Marta Lo Faso e Edoardo Cipriani
Oh no, non sono affatto d'accordo sul valore di quest'opera che io considero molto, ma molto importante nell'ambito della letteratura della resistenza. Fu lo stesso italo Calvino, che sosteneva fenoglio, pesantemente osteggiato invece da vittorini, a scrivere che alla fine, quella era l'unica vera opera su quel periodo che tutti loro avrebbero voluto scrivere. E fenoglio, morto molto giovane, non ebbe nemmeno la soddisfazione di vederla pubblicata. Secondo me la questione privata sposta l'obiettivo dalla guerra civile che appare come uno sfondo, ma presente e molto condizionante. Il fatto che, come in altre sue opere, fenoglio parli di partigiani e fascisti senza dividerli in buoni e cattivi, lo rende Certo inviso a chi ama i partiti presi. Ma lui è grande, senza saperlo, proprio per questo.
RispondiEliminaOh no, non sono affatto d'accordo sul valore di quest'opera che io considero molto, ma molto importante nell'ambito della letteratura della resistenza. Fu lo stesso italo Calvino, che sosteneva fenoglio, pesantemente osteggiato invece da vittorini, a scrivere che alla fine, quella era l'unica vera opera su quel periodo che tutti loro avrebbero voluto scrivere. E fenoglio, morto molto giovane, non ebbe nemmeno la soddisfazione di vederla pubblicata. Secondo me la questione privata sposta l'obiettivo dalla guerra civile che appare come uno sfondo, ma presente e molto condizionante. Il fatto che, come in altre sue opere, fenoglio parli di partigiani e fascisti senza dividerli in buoni e cattivi, lo rende Certo inviso a chi ama i partiti presi. Ma lui è grande, senza saperlo, proprio per questo.
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